Per oltre un secolo Kodak è stata sinonimo di fotografia. Fondata nel 1880 da George Eastman, l’azienda rese la fotografia accessibile alle masse con lo slogan “You press the button, we do the rest” e introdusse il concetto di “Kodak moment” per descrivere momenti da immortalare. Negli anni ’70, deteneva circa il 90% del mercato delle pellicole e l’85% delle vendite di fotocamere negli Stati Uniti. Fino agli anni ’90, era tra i marchi più preziosi al mondo.
La rivoluzione digitale e il declino di Kodak
Ironia della sorte, la tecnologia digitale che Kodak contribuì a inventare ne decretò il declino. L’azienda scelse di proteggere troppo a lungo il business della pellicola, ritardando la transizione verso il digitale. I tentativi successivi – fotocamere compatte ed editoria domestica – non bastarono a contrastare l’ascesa di competitor come Sony, Canon e Apple. La cessione della divisione sanitaria nel 2007, settore in crescita e molto remunerativo, privò Kodak di un’importante diversificazione.
Se vuoi davvero migliorare i tuoi scatti e prendere pieno controllo della tua fotocamera, ti consiglio la lettura dell’articolo “Come usare la modalità manuale: guida passo passo per principianti”.
Troverai spiegazioni chiare e pratiche su come gestire apertura, tempi e ISO, con esempi concreti che ti aiuteranno a capire come ottenere l’effetto desiderato in ogni situazione. Un’ottima risorsa per chi vuole fare il salto di qualità e passare da semplici foto “automatiche” a immagini davvero personali e creative.
La crisi economica attuale: debiti, perdite e ridimensionamenti
Dopo la bancarotta del 2012, Kodak si è riorganizzata come azienda B2B, focalizzata su stampa commerciale e imballaggi. Tuttavia, nel 2025 ha lanciato un avviso di incertezza sulla continuità aziendale (“going concern”), dovuto a debiti in scadenza per circa 500 milioni di dollari e scarsa liquidità. I margini sono in calo, l’azienda ha sospeso i contributi al fondo pensione e ha evidenti difficoltà operative. Parallelamente, si appoggia a circa 300 milioni di dollari da un piano pensionistico (KRIP) previsto in entrata entro fine 2025 per gestire il debito.

Fujifilm vs Kodak: due risposte, un solo mercato
Diversamente da Kodak, Fujifilm ha abbracciato il digitale con coraggio e diversificato il proprio modello di business verso cosmetica, farmaceutica, stampa avanzata e nuovi materiali tecnologici. Questo ha permesso a Fuji di reinventarsi, resistere al cambiamento e prosperare, trasformandosi in un solido conglomerato industriale.
Il Kodak di oggi: nostalgia analogica e tentativi di rilancio
Oggi Kodak punta su nicchie come stampa industriale, packaging e pellicole (tramite Kodak Alaris), sfruttando la riscoperta dell’analogico da parte di appassionati e della Gen Z. Ha rilanciato prodotti come la pellicola Ektachrome e investe in stampanti istantanee per smartphone. Ha anche tentato nuovi percorsi – produzione farmaceutica durante la pandemia e progetti legati alla blockchain – con risultati contrastanti. Il futuro è incerto: il marchio gode di forte richiamo storico, ma l’urgenza di stabilità finanziaria resta pressante.
Approfondimenti
- La Repubblica – “Kodak verso il crac, vittima del digitale che inventò nel ’75”
Leggi qui - TechCrunch – “Kodak denies it’s shutting down amid media reports of financial struggles”
Leggi qui - AP News – “Kodak cautions on business operations but remains confident it can meet debt obligations”
Leggi qui - Barron’s – “Kodak’s troubles hold a lesson for the AI age”
Leggi qui - Petapixel – “Why Kodak Died and Fujifilm Thrived: A Tale of Two Film Companies”
Leggi qui